L'intento di questa ricerca è di prendere "sul serio", forse anche "sul serissimo" e di dimostrarlo, l'itinerario filosofico e teologico di Edith Stein, ponendo in parallelo le voci di chi l'ha conosciuta e ha vissuto un tratto d'esistenza, condividendolo, con lei. L'angolo prospettico presenta un punto di condensazione, il Blickwendung della notte di Bergzabern, il punto di discrimine creatosi con la lettura della Vita di Teresa di Gesù che mutò la vita intellettuale ed esistenziale della giovane fenomenologa e la fece divenire "ponte" nel confronto con la scolastica nell'esperienza della Verità. "Ponte" che tante voci hanno attraversato con lei, nei diversi momenti cronologici della storia, proprio perché vivendo i decenni oscuri dell'Europa ed essendosene lasciata attraversare, ha reso se stessa "ponte incarnato", che ognuno/a può percorrere e attraversare, per giungere alla conoscenza di sé ed aprirsi al mistero dell'irruzione di Dio. Edith Stein, scoperta la sua vocazione di "ponte" intellettuale fra fenomenologia e scolastica, ritenuta dal suo contemporaneo prof. Dyroff dell'Università di Bonn, "la più grande donna del cielo dei filosofi tedeschi", diviene anche "ponte" fra Israele e la Chiesa cattolica, nell'efferata tragedia della Shoah scagliata sull'Europa e sul mondo dall'ideologia nazista e perpetrata dalla macchina burocratica della "banalità del male" nazista.
Ogni grande opera d'arte è abitata da una "vera presenza" realmente incontrabile. Nonostante l'intera teoria postmoderna proclami il vuoto di senso, questo residuo di mistero ultimo è irriducibile a ogni sforzo di rinnegamento e invera ogni nostro piacere letterario. Per questo, leggere i frammenti di Babele, ricostruendo le tappe della "crisi del senso" proclamata dalle discipline umanistiche nel '900, è la sfida che ha attraversato l'itinerario intellettuale di George Steiner. Ma Babele ha più volti. Quello positivo della molteplicità linguistica, dove ciascuna lingua è la custode dell'identità di un popolo e della sua speranza; e quello negativo del cumulo di macerie testuali prodotte dai numerosi epigoni del decostruzionismo. Radicato nel milieu ebraico di inizio '900 e mosso dalla gratitudine infinita nei confronti dei "classici", Steiner ci conduce, passo dopo passo, a leggere le svolte delle grandi correnti di pensiero alla luce degli eventi drammatici del '900, indicandoci attentamente le modalità e i luoghi delle fugaci apparizioni della "vera presenza".